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Anche quest'anno si ripresenta la possibilità di fare una bella cavalcata sulle Orobie.
Visto che ricorre il trentesimo del rifugio Benigni, come CAI Piazza Brembana, non possiamo non fare qualcosa che tocchi il meraviglioso Nido d'Aquila.
Sergio propone così di partire a piedi dalla sede del CAI e di raggiungere il rifugio percorrendo il 101. Il problema che subito emerge è superare la barriera naturale del Venturosa che divide Piazza Brembana dal Passo Baciamorti. Dopo una serie di ipotesi e perlustrazioni è chiaro che l'unico percorso fattibile è salire dal ripidissimo sentiero che dalla loc. Fondi di Piazza sale alla Baita Maffenoli e da qui proseguire verso Cespedosio, transitare sulla strada asfaltata e poi risalire al Passo di Grialeggio da dove si può agevolmente arrivare al Passo di Baciamorti.
Considerato che questo primo tratto è veramente molto ripido e lungo proviamo a pensare ad altre alternative. Alla fine però si decide di percorrere il "malefico" 128 e poi, una volta raggiunto il Passo Baciamorti, il 101 fino al Benigni.
Per dare ancora maggior valore alla cavalcata decidiamo di inserire nel tragitto anche la salita alla cima più rappresentativa di questa zona: il Pizzo Tre Signori. Dopo le varie discussioni ed alcuni ritiri pre-partenza (tra cui quello del Presidente Andrea messo ai box da un incidente stradale) ci troviamo sabato 13 settembre alle ore 5.00 alla sede del CAI. Il gruppo è formato da me, Paolo, Ettore e Sergio, pochi ma buoni. Inoltre Stefano salirà da Valtorta facendo lo stesso itinerario, ma purtroppo non lo incontreremo.
Si parte subito di buona lena fino al ponte che da inizio al sentiero 128. La luce della frontale illumina i primi ripidi tornati ed i passi regolari calpestano l'umido terreno. Poco dopo i tornanti lasciano spazio ad un sentiero che sale dritto e ripido. I polpacci iniziano a bruciare ed il fiato a sentirsi... piano piano però raggiungiamo Baita Maffenoli con i primi colori dell'alba. Proseguiamo poi su sentiero tranquillo fino Baite Campo dove ammiriamo l'alba. Una lunga discesa ci porta fino alla strada e poco dopo di nuovo su tornanti regolari fino al Passo Grialeggio che raggiungiamo verso le 8.30. Dopo la piccola sosta via verso il Baciamorti che tocchiamo in meno di un'ora e poi via lungo il 101 che ci porta prima alla Bocchetta di Regadur e poi al rifugio Nicola. Qui la prima vera sosta ristoratrice prima di proseguire verso i Piani di Bobbio dove ci fermiamo per la pausa pranzo e per il contatto telefonico con Andrea che ci segue da casa. Siamo un po' stanchi, ma tutto va bene e si prosegue tranquilli!
Dopo il Passo del Toro arriviamo al Grassi dove ci concediamo un'altra sosta e scambiamo due battute con alcuni amici di Zogno.
Ora ci attende la salita al Tre Signori dal caminetto. Saliamo lenti e seguenti fino ad arrivare alla croce. Sono le 17.00, il meteo è meraviglioso e siamo quasi arrivati... la gioia e la soddisfazione iniziano a farsi sentire! Dopo la doverosa pausa contemplativa in cima scendiamo dal versante opposto rimanendo alti sulla Valle d'Inferno e ricongiungendoci al 101 poco prima del Giarolo.
Qui le nebbie giocano con la luce e non possiamo far altro che ammirare questo meraviglioso spettacolo tutto per noi! Orami ci siamo, ma prima di terminare le fatiche, decidiamo di toccare anche la cima Piazzotti. Dunque dalla Bocchetta di Trona su per prati fino alla croce dove ci stringiamo la mano con forza e decisione. Adesso è davvero fatta!!
Scendiamo spaiati verso il rifugio ammirando uno spettacolare tramonto e quando lo raggiungiamo la gioia è davvero grande! I rifugisti e le mogli e morose salite da Cusio ci accolgono con gioia e ci fanno i complimenti. Il tempo di darsi una lavatina e siamo con le gambe sotto al tavolo. La serata scorre serena tra una battuta ed un bicchiere di vino (grazie Stefano per il pensiero), fuori le stelle riempiono il cielo e la foschia si addensa nelle valli... Non possiamo fare a meno di goderci questo spettacolo prima di coricarci stanchi e soddisfatti per un'altra bella cavalcata che ci ha permesso di riscoprire la bellezza della natura e l'amicizia che solo l'ambiente montano sa far venir fuori.
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